Il 28 settmbre esce ufficialmente il sesto
album in studio dei Muse; si tratta
di un concept album, che tratta le tematiche della crisi finanziaria e della
protesta della popolazione.
Il trio inglese ha dimostrato di
saperci stupire sempre di più, di album in album, tenendo costantemente alto l’interesse
del pubblico e la loro credibilità musicale. ‘The 2nd Law’ sembra ancora una volta confermare questo status. Ri-inventarsi
e saper andare oltre ogni volta è la chiave del successo di questa band e con
questo nuovo lavoro si spinge nuovamente avanti, creando un’ottima miscela di
elettronica, chitarre distorte, orchestrazioni e dubstep. Sì sì avete letto
bene, dubstep. Pienamente nelle tendenze del momento, i Muse ci buttano una
spolverata di dubstep, vedi i pezzi ‘The 2nd Law: unsustainable’ e
‘Follow me’. In particolare, quest’ultimo mi ha colpito per il suo saper mescolare
una sonorità quasi “dance anni ‘70” con i suoni della dub.
I singoli da battaglia non mancano: ‘Madness’ ne è il perfetto esempio, pezzo elettronico con un assolo alla Brian May sul finale e ‘Supremacy’, potente e aggressivo. Troviamo anche due pezzi cantati dal bassista Chris Wolstenholme, ossia ‘Liquid State’ e ‘Save me’, brano molto intimo incentrato sulla dipendenza dall’alchol, da cui è recentemente uscito.
I singoli da battaglia non mancano: ‘Madness’ ne è il perfetto esempio, pezzo elettronico con un assolo alla Brian May sul finale e ‘Supremacy’, potente e aggressivo. Troviamo anche due pezzi cantati dal bassista Chris Wolstenholme, ossia ‘Liquid State’ e ‘Save me’, brano molto intimo incentrato sulla dipendenza dall’alchol, da cui è recentemente uscito.
Non
mancano interludi dal sapore orchestrale, come il finale ‘Isolated System’ e il
‘Prelude’ a ‘Survival’, il quale è a mio avviso l’unica nota stonata dell’album.
Il brano è stato scritto per le Olimpiadi 2012 di Londra, ma a mio parere
risulta un bizzarro tentativo mal riuscito di creare una ‘Innuendo’ (mi
riferisco ai Queen, ovviamente) made in Muse, con il solo risultato di un pezzo
che davvero non sta in piedi…
Detto
ciò, l’album è ottimo, e gli azzardi nella sperimentazione non sono mai
esagerati, mantenendo invariata la matrice originale del sound del trio, seppur
con un upgrade notevole.
Key tracks: Madness, Supremacy, Follow Me, Panic Station
Voto: 7.5
- Matt
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