Sabato 27
settembre, noi di Newtopia abbiamo partecipato alla seconda Indiescutibile
Night, alle Officine Sonore di Vercelli. La serata ha visto come headliners i
Garden of Alibis, band di Torino con cui abbiamo avuto il piacere di fare una
chiacchierata nel post-show. Con noi ha parlato il Vladimiro, gentilissimo a
concederci l’intervista.
NEWTOPIA : Innanzitutto
complimenti per la performance, veramente energica e di impatto. Il sound ci ha
molto colpiti.
GARDEN OF
ALIBIS (VLADIMIRO): Grazie
N: Per
iniziare, ti vorremmo chiedere di presentare la band a chi non vi conosce, farci
un po’ recap della vostra carriera, come siete arrivati qui, e da quale scena provenite.
GoA: Beh, intanto
siamo di Torino, e che dire… Suoniamo penso da dieci anni assieme, insomma
eravamo piccolini… E’ inutile dire che vogliamo fare questo nella vita, vi dedichiamo
quasi la totalità della giornata, e ritagliamo qualche spazio per andare all’università.
Un po’ di mesi fa, a maggio, abbiamo deciso di fare uscire il nostro primo
disco: è un disco nato nell’ultimo anno e mezzo sostanzialmente, ma è frutto di
una crescita. Ci siamo subito interrogati ovviamente sul da farsi… Saprete
tutti che la discografia non esiste più, ma questo non vuol dire che non esista
più la musica; non esiste più un certo modo di fare business sulla musica,
forse è stato sostituito da un altro, o forse lo sarà, perché il processo è
lungo. Questo non vuol dire che ci si debba arrendere. Questa è un po’ forse la
cifra nostra. Noi abbiamo deciso di provare a fare un’operazione un po’ diversa
sul disco: ci siamo presentati da xL di Repubblica. Siamo andati da loro e gli
abbiamo proposto una cosa molto semplice: “Noi troviamo chi riesce a pagarci
10/15 mila copie del disco, possiamo regalarle allegandole alla vostra rivista?”.
E’ un mensile, e sostanzialmente chi lo legge si interessa di musica… Loro
hanno ascoltato il disco e sono stati entusiasti. A quel punto, colpo di scena,
ci hanno richiamati una settimana dopo dicendoci che alle nostre 15 mila copie
avrebbero aggiunto 40 mila copie messe da loro, e alla fine ne abbiamo
distribuite 50/60 mila… Un numero senza senso, perché di solito uno stampa un
disco a casa, e ne può distribuire tipo 500 copie, ma perché le vende, noi
invece le abbiamo regalate perché abbiamo deciso di fare un’operazione di
diffusione. Da lì è partito qualcosa di bello per noi, perché c’è stata una
crescita enorme. Ci hanno chiamato molto per suonare, siamo stati
prevalentemente all’estero. Queste sono le prime date che facciamo in Italia, e
ne seguiranno quattro o cinque quest’inverno. Tra quest’estate e settembre
siamo stati a Berlino (due volte), Bruxelles, Parigi, Glasgow, Londra,
Barcellona: ci sentiamo molto cittadini europei, perché alla fine per la musica
che facciamo, i capitali investiti nella musica non sono qui, e neanche il
pubblico. Questo non vuol dire che il pubblico qui [in Italia, NdR] non possa
esserci. Quando vai a vedere band come i Killers o i Mumford and Sons, il
pubblico c’è. Forse il problema è che c’è un establishment musicale che non ha
ancora capito come fare i soldi con gli spettacoli, dico fare soldi perché quella
è una parte fondamentale di questo mondo.
N: Dunque,
parliamo delle vostre influenze, e delle vostre band di riferimento… Da dove
prendete principalmente l’ispirazione?
GoA: Io ti
dico cosa ascoltiamo, che noi prendiamo ispirazione o siano veri e propri
riferimenti, non lo so, nel senso che questa domanda è sempre molto difficile.
Noi cerchiamo di fare una musica il più personale possibile, non so se ci
riusciamo, ma comunque ci proviamo. Noi abbiamo ascoltato tanto e sempre i
Rolling Stones, David Bowie… insomma musica non “recentissima”; negli ultimi
tre-quattro anni, come “aggiornamento”,
abbiamo ascoltato di più cose nuove, tipo i Kings of Leon, i Killers, adesso
stiamo ascoltando tanto i Two Door Cinema Club, Mumford and Sons, gli Snow
Patrol, i Coldplay tantissimo…
N: Infatti
devo dire che i vostri riff di chitarra mi hanno ricordato molto l’ultimo album
dei TDCC, ho percepito un richiamo… Ma il sound è comunque risultato personale…
GoA: Ecco sono
contento, perché poi le cose si sentono, l’importante è non suonare un “canovaccio”,
non suonare una musica fatta di parti già pre-confezionate. Noi cerchiamo di
essere personali, ma è ovvio che quello che ascolti ti influenza.
N: Esatto!
Parliamo ora dei progetti per l’immediato futuro… Puntate all’Italia o
nuovamente all’estero?
GoA: Abbiamo
un progetto fighissimo, che stiamo mettendo in ordine, si chiama “Homeless Tour”,
e sarà un tour in Italia nelle case. Non suoneremo nei locali, ma in venti case
di venti regioni (venti capoluoghi), e faremo delle feste sostanzialmente
private.
N:
Interessante l’idea… Un rapporto ancora più diretto con i fans… Come avete
fatto a realizzare questo progetto?
GoA: i fans di
xL, sono moltissimi, ci hanno scritto su Facebook, noi li abbiamo schedati,
contattati e abbiamo, in via prima informale, e poi formale, lanciato un
contest per candidare la propria casa, per fare una selezione per regione, alla
ricerca di qualcosa di nuovo, che possa affezionare veramente il pubblico,
piuttosto che il concerto organizzato direttamente dal booking.
N: Molto
bello appunto, come abbiamo già detto, un rapporto diretto con i fans…
GoA: Più che
altro, noi parliamo molto con i fans che ci scrivono, perché è una cosa
fondamentale creare un rapporto con loro nell’epoca dei social network.
N: Un' ultima
domanda veloce: una parola per descrivere i Garden of Alibis.
GoA: Noi siamo
prevalentemente affezionati l’uno all’altro, siamo cresciuti insieme, quindi
siamo un po’ dei fratelli, viviamo l’arco della giornata insieme…
N: Quindi
potremmo dire “fratellanza”?
GoA: La
fratellanza e l’amicizia sono i due ingredienti fondamentali.
Ringraziamo quindi ancora una volta Vladimiro per la disponibilità, e facciamo un in bocca al lupo ai GoA per il futuro. Un ringraziamento speciale anche a Vinny di indiescutibile.it che ha reso possibile l’intervista.
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